La Federazione Italiana Nuoto impedisce ad una ragazzina di partecipare alle gare perché figlia di genitori nordafricani. È la storia di un sogno infranto che arriva da Camposampiero, in provincia di Padova. Il caso potrebbe anche finire nelle aule parlamentari.
È nata in Italia (a Camposampiero, in provincia di Padova), ha 10 anni, da due fa parte del team di nuoto sincronizzato e già chi la considera una futura campionessa. In realtà, però, è molto probabile che ciò non accadrà mai: la bambina infatti è nata da genitori nordafricani, ma per la legge è considerata ancora una straniera e la Federazione di nuoto le ha imposto lo stop alle gare. L'ennesima storia di "mala-burocrazia" è raccontata da Il Mattino di Padova. La giovanissima gareggia per la locale società "Il gabbiano". Qualche mese fa sarebbe dovuta partire insieme alla Sue compagne per Roma per una gara nazionale. Ma è stata costretta a restare a casa. "Purtroppo la legge è questa, non si può far nulla", spiegano dal centro sportivo “e questo ci dispiace. La bambina promette bene, è brava. Ma se anche fosse meno brava, sarebbe la stessa cosa, perché i bambini vanno sempre incoraggiati a fare sport". A nulla sono valsi sino a questo momento i tentativi di trovare una breccia nella normativa da parte del padre, integrato da ormai 12 anni, né del sindaco Mirko Patron. "È una strada lunga" si è limitato a dire il primo cittadino, "come Comune non possiamo intervenire". Nata in Italia, ma straniera: niente gare di nuoto per una bimba di 10 anni.
La notizia però ha buttato più giù la bambina. "Da allora è sempre triste, si fa fatica a strapparle un sorriso" dice il papà. Sembra abbia cominciato anche a non rendere più a scuola. "Per fortuna – aggiunge l'uomo – le maestre la conoscono, sanno quanto s’impegna. Hanno capito il suo malessere, l’hanno aiutata e sostenuta". Nel frattempo la società aggrega la bimba ad ogni trasferta schierandola come riserva, ma senza farla mai entrare in vasca.
E alla fine anche il padre sembra aver perso le speranze:
Mia figlia, 10 anni a novembre, non può capire il perché di questa discriminazione. Le si dà la scuola, le si dà la sanità ma non il diritto di praticare lo sport. Dalla prossima stagione non la manderò più ad allenarsi: il sincronizzato va fatto in compagnia e ogni volta lei si trova da sola.
Il caso potrebbe anche finire nelle aule parlamentari – "Rimango contrario allo ius soli ma il caso della nuotatrice padovana esclusa dalla Federazione offre la necessità di un dibattito sul diritto di cittadinanza". A spiegarlo è il presidente del veneto Luca Zaia secondo il quale "serve un segnale di civiltà e di attenzione nei confronti delle aspirazioni di questa giovane e dei tanti bambini che vivono da anni in Veneto, terra dove l'integrazione è concreta, funziona e rappresenta un modello a livello nazionale". La questione potrebbe addirittura arrivare nelle aule parlamentari: "Presenterò un'interrogazione al governo su questa ennesima vicenda di discriminazione frutto di leggi inadeguate" dice il deputato di Sel Alessandro Zan. Il caso della ragazzina di Camposampiero "è la dimostrazione ancora una volta di come sia necessario con urgenza risolvere le questioni legate alla piena cittadinanza e allo ius soli" aggiunge Zan.
Fonte: fanpage - Biagio Chiariello
26 GIUGNO 2013
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