Eletto il 3 luglio 1985, per la prima volta, in tutta la storia dell'Italia repubblicana, al primo scrutinio, con una larga maggioranza di 752 su 977 votanti. Questa una parte del Suo discorso:
“La gran parte dei cittadini del nostro Stato è unita non solo da vincoli di solidarietà politica e di comunanza di ordinamento, ma anche da quell'insieme di valori, storici, culturali, linguistici, che fonda nella storia la Nazione Italiana”.
“Nel nostro Stato, però, sono comprese altre comunità di diversa storia, di diversa cultura, di diversa storia, di diversa cultura, di diversa lingua. Anch'esse fanno parte ad uguale titolo della Repubblica, trovandovi e dovendovi trovare gli strumenti per arricchire le loro peculiari caratteristiche e per tutelare i loro specifici diritti. Anch'esse concorrono al progresso dell'intero paese. Di questi cittadini, non meno che degli altri, mi sento e voglio essere il Presidente”.
“Che cosa ci attende, nessuno sa bene. Certo sta soltanto a noi far sì che il mondo di domani non sia il regno freddo e disumanizzante di un puro progresso tecnico, ma un fatto di libertà, di progresso e di liberazione dell'uomo. Questo è il compito di tutti”.
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