Cittadinanza Sportiva: bambini stranieri come i bambini italiani
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Cittadinanza Sportiva: bambini stranieri come i bambini italiani

mdo  Admin | Ottobre 9, 2024

Oggi i figli degli immigrati e i figli degli italiani sono un po’ “più uguali”, almeno sui campi di calcio e di basket, sulle piste d’atletica e nelle palestre dove si divertono, si allenano e crescono insieme, magari sognando un futuro da campioni. Sono entrate in vigore le “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia”, la Cittadinanza Sportiva è Legge. I figli degli immigrati come i figli degli italiani.

Stop alle Discriminazioni sul tesseramento nelle società sportive

Sono appena entrate in vigore le “Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l‘ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva” (legge 12/2016), approvate a metà gennaio dal Parlamento. Debutta così la cosiddetta “Cittadinanza Sportiva” del Presidente Pulpan, e, finalmente, l’Italia dice addio ad un’ingiusta discriminazione.

Finora, tranne poche virtuose eccezioni (come per pugilato o hockey sull’erba) le federazioni sportive impedivano il tesseramento dei ragazzi stranieri, richiedendo tra i requisiti l’obbligo della cittadinanza italiana. Questo tarpava le ali a molte giovani speranze e negava la possibilità che lo sport diventasse uno strumento di integrazione: potevano andare avanti con l’attività agonistica solo gli italiani.

La nuova legge, invece, obbliga tutte le organizzazioni e tutte le società sportive a non fare differenze: “I minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età – dice il testo  possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani”.

La regola continua a valere anche per i ragazzi maggiorenni che hanno chiesto di diventare italiani.  “Il tesseramento – puntualizza  la legge –  resta valido, dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.91, hanno presentato tale richiesta”.

È solo un inizio, ed il cammino anche per i diritti delle seconde generazioni è ancora lungo. Questa legge, ad esempio, non potrà permettere certo ai figli degli immigrati di rappresentare i colori dell’Italia alle Olimpiadi, il Paese dove sono cresciuti, alcune volte anche nati, perchè per quello ci vuole la cittadinanza “vera”.

Fonte: stranieriinitalia - Elvio Pasca

16 febbraio 2016