Eletto dall'Assemblea Costituente Capo Provvisorio dello Stato al primo scrutinio, il 28 giugno 1946, con 396 voti su 501 votanti e 573 aventi diritto, e assunse la carica il 1º luglio. Il 15 luglio, il suo primo messaggio, che toccò le corde del patriottismo e dell'unione nazionale:
“La grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, sopporta le sventure, affronta i pericoli, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo incerto avvenire. La nostra volontà gareggerà con la nostra fede. E l'Italia – rigenerata dai dolori e fortificata dai sacrifici – riprenderà il suo cammino di ordinato progresso nel mondo, perché il suo genio è immortale. Ogni umiliazione inflitta al suo onore, alla sua indipendenza, alla sua unità provocherebbe non il crollo di una Nazione, ma il tramonto di una civiltà: se ne ricordino coloro che sono oggi gli arbitri dei suoi destini”.
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